Il retail di nicchia secondo Groovin: intervista alla founder

Il racconto di una community che fugge dall’omologazione

Di Irene Biagioli



Se è vero che l’abito è l’estensione tangibile della nostra personalità, allora in un’epoca in cui tutto è replicabile ed è un algoritmo a proporci contenuti simili tra loro potenzialmente compatibili con i nostri gusti, la moda diventa alienante, crea spaesamento e non è altro che la ripetizione continua di tendenze simili tra loro. Basti pensare all’abitudine di dare un nome ad un determinato modo di vestirsi per capire come la parte personale della moda - intesa come rappresentazione dell’essere - stia venendo meno. Espressioni quali Cowboycore, Barbiecore o Regencycore sono entrate a far parte del linguaggio comune di ogni appassionato di moda. Ma come si fa a sfuggire all’omologazione e a manifestare la propria individualità attraverso l’abbigliamento riconoscendosi in una community con dei valori piuttosto che in un trend passeggero? Questa è la nuova sfida dei concept store come Groovin, non una semplice boutique, ma uno spazio creativo in cui moda, musica e sostenibilità coesistono nel cuore di Rione Monti a Roma.

Tra i vari retail, Groovin è quello che più di tutti ha saputo separare la commerciabilità dalla ricerca, rendendo l’accurata selezione dei brand e il customer journey personalizzato il suo punto di forza. “Il cliente si immerge nell'atmosfera, se ne nutre, prende ciò di cui ha bisogno in quel momento e se ne va”.  Bastano queste parole di Chiara Mastromonaco, la founder di Groovin, per capire quale è la filosofia che sta alla base del nuovo modo di fare retail. E questa sembra essere una filosofia vincente se si considera che in pochi anni, grazie ad un’ottima intuizione, Groovin è diventato il punto di riferimento per una nicchia di persone che si riconoscono appieno in quella realtà. “Tutto già esiste, bisogna solo metterlo insieme, e noi siamo il punto di incontro di persone che condividono lo stesso schema valoriale”. Nel racconto di Chiara, il termine groove risuona come un inno agli albori della cultura underground e all’effetto che ha sulle persone. Questo termine, originato negli anni '60 nelle strade di New York, rappresenta non solo il solco sul vinile, ma anche l'essenza stessa della musica che trasmette emozioni viscerali. 

"Groovin" nasce nel 2021 da un'ispirazione simile, come un'onda di energia che permea il concetto stesso della boutique, offrendo nuove e belle vibrazioni a chiunque varchi la sua soglia. Il nuovo modo di fare retail è trasversale, si parte da un’estetica di riferimento per un certo gruppo di persone e si declina in ogni forma d’arte possibile. Infatti, Groovin può essere definito come  un'esperienza sensoriale che abbraccia moda, arte e musica. Qui, i capi di brand emergenti trovano dimora accanto a vinili selezionati con cura (si passa dal jazz, alla musica house fino ad arrivare a quella italiana) con una prerogativa: essere di nicchia, non per tutti. “Faccio ricerca da sempre, da quando avevo 6 anni, o forse prima. Sono sempre stata affascinata dai designer con un’estetica riconoscibile e un’altissima identità stilistica, d’avant-garde, non contemporanea”, racconta Chiara, che sull’idea stessa di ricerca ha costruito l’immaginario di Groovin. La selezione dei brand presenti nello store è rigida e segue dei parametri ben precisi: “Tutti gli artisti e designer sono ecosostenibili, hanno un’elevata sensibilità per l’ecosistema e lavorano sull’upcycling o sulla moda circolare, usano scarti di produzioni massive e operano in modo artigianale. Nel processo di ricerca prediligo persone umili che abbiano un’estetica nuova e un’emotività tangibile nel prodotto che propongono”.  

Customer care, comunicazione alternativa che passa attraverso un network di partnership e di eventi e la connessione di fiducia che si crea tra chi il prodotto lo fa e chi lo indossa: questo è l’approccio di Groovin. "Il modo in cui guidiamo i clienti da Groovin è atipico. Non siamo semplici venditori che si limitano a stare dietro al cliente. La nostra clientela è sofisticata e consapevole del proprio stile e delle proprie preferenze. Dedichiamo tempo a spiegare ai nostri clienti cosa stanno osservando: ogni capo ha una storia unica e raramente ci troviamo di fronte a un articolo di cui non conosciamo ogni particolarità. La vendita non è semplicemente assistita, ma miriamo a far comprendere alle persone ciò che stanno esaminando. Non si tratta solo di una giacca o un pantalone, ma di capi costruiti con un concept specifico, appartenenti a una determinata collezione e creati con cura e attenzione al dettaglio." Groovin sfugge dall’idea classica di retail shop, avvicinandosi il più possibile alle richieste della sua community di riferimento, che nelle parole omologazione, trend e commerciale proprio non ci si riconosce. Una community già esistente, che ha visto in Groovin una realtà in cui ritrovarsi. Conoscere chi siamo e cosa vogliamo e manifestarlo con l’abbigliamento è ancora possibile. “Groovin progredisce costantemente verso quella visione che è insita in noi. È un po' come il percorso di ogni individuo: ognuno di noi conosce se stesso, ma occorre tempo per costruire una personalità e una vita che rispecchino appieno chi siamo. Così, il nostro concept store sa perfettamente qual è la sua identità e giorno dopo giorno lavoriamo per avvicinarci sempre di più a quella consapevolezza “.




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